Nuovi Segnali 2011 – Quinta Settimana. Identità

Nuovi Segnali 2011 – Quinta Settimana. Identità

di Antonio Lauriola.

La quinta[1] esposizione della rassegna Nuovi Segnali 2011, tutta allestita su un’unica parete – quella di fondo – della mensa di via San Francesco, sembra voler celare la complessità delle opere dei tre artisti selezionati tra i numerosi dell’archivio GAI. I numerosi presenti all’evento di inaugurazione del 18 novembre si accorgono subito dell’inganno.

Pur rinunciando alla scelta di una nomenclatura, di un tema comune, infatti, la mostra può essere espressione dell’interrogazione – antica e immortale – sulla questione dell’identità. Non  sono risposte, si badi, ma tre visioni: le opere in mostra sono figlie di distinti approcci al fatto artistico ma ciascuna – che si tratti di volti di fanciulli, di scimmie in corteo, o di forme e segni – rivela una riflessione, da parte dell’autore, su questo tema.

Livia Caputo.

Romana, dopo aver frequentato il Liceo Artistico “Modigliani” di Padova, si è diplomata nel 2003 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia occupandosi principalmente di scultura. In seguito si è dedicata alla pittura, soprattutto con tecnica a olio, con particolare attenzione alla ritrattistica. Vive e lavora a Padova e, dal 2004, ha esposto in varie gallerie e partecipato a concorsi nazionali e internazionali. Per Nuovi Segnali è stata curata da Patrizia Capovilla.

L’opera esposta, Il mondo di domani, è realizzata attraverso l’uso di oli diluiti al punto da sembrare acquerelli e dai tratti spesso definiti da graffi di matita. La scelta di una cromia acida sembra riportare l’atmosfera climatica di questi giorni ma per rappresentare, paradossalmente, quaranta ritratti di volti infantili, ciascuno impresso su altrettante tavole telate accostate in una griglia di 5*8 a comporre un unico, grande quadro.

Come spiega la curatrice, «l’opera è sintesi dell’essere artista e donna, nonché genitrice» e alcuni dei ritratti rappresentano i suoi figli che, presenti all’inaugurazione, non perdono l’occasione di ritrovarsi e indicarsi tra le tele con l’orgoglio proprio della loro età. La stessa che garantisce la genuina verità di quelle espressioni, mai artificiose o immobilizzate, ma fissate nell’inevitabile scorrere del tempo quasi in appello al bambino che siamo stati o all’adulto che diventeremo.

Osservando da vicino le singole tavole si può facilmente immaginare la dedizione dello sguardo dell’artista verso i piccoli modelli: i tratti di pennello sono metaforiche carezze ricambiate dai loro sguardi curiosi, divertiti, a volte annoiati o stanchi ma sempre, inequivocabilmente, complici. Basta, però, fare qualche passo indietro e tentare una visione d’insieme dell’opera per essere colti dalla sensazione ibrida di turbamento e serenità tipica dell’esperienza onirica. Come nel sogno, infatti, le immagini si rincorrono e sembrano mutare l’una nell’altra senza soluzione di continuità fino a sfociare, in prossimità del risveglio, in una rivelazione inafferrabile.

Diego Boischio.

La principale area d’interesse del giovanissimo artista padovano (classe ’89), che si sta formando alla Scuola Internazionale di Comics,  è – come si legge nel foglio di sala – quella dell’illustrazione per l’infanzia. Ma si capisce subito, guardando la sua opera esposta, una vena più underground e graffitara. È accompagnato dalla curatrice Simona Criscione che spiega la poetica e l’opera: una scimmia antropomorfa abbigliata in tipico stile baggy rivolge lo sguardo all’osservatore mentre tiene un cartello sul quale è raffigurato un cervello. Sullo sfondo, e in tinta con esso, altri manifestanti procedono verso destra.

Lo sguardo del soggetto principale, colto quasi di sorpresa, sembra interrogare lo spettatore abbattendo il muro tra l’opera e il pubblico, volente o nolente coinvolto dalla situazione raffigurata: una manifestazione di protesta fortemente legata all’attuale condizione dei giovani studenti. Se la prima impressione è che si tratti di una maschera, basta guardare l’anonimo gruppo in secondo piano che sfoggia gli stessi lineamenti per cambiare idea. L’adozione della scimmia come simbolo umano è topos culturale ed elemento ricorrente nella produzione di Boischio. L’animale, noto per la sua intelligenza e il suo grado evolutivo, è stato scelto in quanto spesso vittima di strumentalizzazione a scopi esibizionistici e spettacolari: un processo molto simile a quello che si verifica oggigiorno nei confronti dei giovani che protestano e manifestano nei cortei dove le ragazze e i ragazzi sono privati delle proprie identità e ridotti all’anonimato della folla. E come nelle immagini quotidianamente proposte dai media, succede che l’obiettivo di telecamere e macchine fotografiche ne immortali qualcuno isolandolo.

C’è una forte carica sociale in quest’opera, ben espressa anche dalla scelta della superficie, una tavola di legno pressato, e dallo stile riconducibile – dalla scelta cromatica al disegno – al mondo del writing.

Valentina Corradi.

Nonostante la giovane età, l’artista mestrina ha già alle spalle numerose mostre in Italia e all’estero. Per Nuovi Segnali presenta cinque tavole dipinte a tecnica mista per un’opera intitolata Alle origini affidandosi alle cure di Paolo Radin.

Nel panorama odierno – spiega Radin – il ruolo di produzione di immagini (e immaginario), un tempo delega dei soli artisti, sembra essere passato in mano a una nuova categoria, quella dei “creativi” che, sostenuti dall’universo mass-mediatico e dalle moderne tecniche, stanno relegando gli artisti intesi in senso classico in un mondo distante e dissociato dalla quotidianità. In aperta opposizione a questo trend, Valentina Corradi sostiene fermamente la necessità di un rapporto manuale e materiale con la produzione artistica: le sue opere sono figlie del suo lavoro diretto sulla superficie pittorica, attraverso l’uso esclusivo di segni e colori non ancora sfociati nella figurazione.

Chi osserva questi quadri è invitato a partecipare attivamente al fatto pittorico pensando all’evoluzione che quelle forme, quelle linee e quei colori potranno subire, come se l’opera fosse ancora in nuce. Sarebbe, però, un errore pensare a un non finito perché le tavole sono quelle e tali rimangono, offrendosi come molecole, particelle di un divenire incessante e mai concluso, se non nell’immaginario dell’osservatore.

La riflessione meta-artistica dell’autrice è una proposta di superamento del postmoderno e di buona parte dell’arte contemporanea, sovrabbondante di elementi accessori e spesso autentica solo nell’idea ma realizzata per delega industriale. È il ritorno all’essenzialità del “primario” che passa anche attraverso il ricorso a luminescenze discretamente celate tra filamenti e globuli dalle cromie essenziali.

Nuovi Segnali 2011

NUOVI SEGNALI 2011
20 giovani curatori per 20 artisti emergenti
un progetto di Guido Bartorelli, Giovanni Bianchi e Stefania Schiavon
RistorEsu San Francesco
via San Francesco 122, Padova
Mostre visitabili negli orari di apertura della mensa
Dal 19 ottobre al 30 novembre
Ingresso libero

19 ottobre – 26 ottobre
Serena Pea a cura di Chiara Gabellotto
Sofia Battisti a cura di Tiziano Rizzi
Valeria Giordano a cura di Elisa Beraldo
Francesca Bellussi a cura di Giorgia Costenaro

26 ottobre – 2 novembre (rinviata al 30 novembre)
Maria Tomasello a cura di Serena Russo
Michele Rongaroli a cura di Valeria Venturin
Giorgia Oregio Catelan a cura di Sofia Stefani

2 novembre – 9 novembre
Alice Tioli a cura di Francesca Vignato
Francesco Grani a cura di Fabrizio Dante
ester Baruffaldi a cura di Elisa Benetti

9 novembre – 16 novembre
Anastasia Moro a cura di Gioia Nicoletti
Giulio Escalona a cura di Nicole Cardin
Sonja Lemke a cura di Anna Sapio

16 novembre – 23 novembre
Valentina Corradi a cura di Paolo Radin
Livia Caputo  cura di Patrizia Capovilla
Diego Boischio a cura di Simona Crescione

23 novembre – 30 novembre
Matteo Mariotto a cura di Francesca Borghesi
Lorenzo Mazzi a cura di Sabina Bassetto
Lara Monica Costa a cura di Luca Broglia
Luca Lunardi a cura di Lucia Pinzani


[1] La quarta se si considera lo slittamento del secondo appuntamento in fondo al calendario.

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